martedì 12 ottobre 2010

10.10.10 | The Night Bus Late Show | Report.

Noi vogliamo una città europea.
Basta con gli stereotipi, pizzo e pizze. In nome di quest'esigenza, lo scorso sabato notte c'è stato un esperimento.

The night bus Late show, nasce dall'organizzazione ufficiosa di 14 concerti notturni durante le corse dei (+/- neonati) bus notturni napoletani.
Lasciare a casa la macchina e riappropriarci della città, socializzare, far festa, avere un comportamento eco-sostenibile e responsabile...queste alcune delle motivazioni principali che ci hanno portato a condividere quest'idea, per iniziare un processo di "normalizzazione" della nostra città, partendo da una banale corsa in autobus notturno.

Il progetto è stato condotto e coordinato da Enrico Russo, che si è occupato di coinvolgere i musicisti che vi hanno aderito attivamente, nonché di promuovere l’evento su Facebook.
Proprio perché si è trattato di un esperimento spontaneo (ma organizzato), non c’è stata alcuna promozione sui canali convenzionali di comunicazione, né c’è stato un accordo con l’ANM per lo svolgimento della cosa. Un unico grande happening musicale e aggregativo dislocato nella città. Anche per “testare” la fattibilità dell’affidabilità dei mezzi pubblici notturni, notoriamente poco efficienti. Come quelli diurni, of course.

La mia esperienza inizia con una grande corsa per la puntualità.
Ma alle 00.30 sono in piazza Vittoria, alla fermata dell’ N1, direzione via Partenope.
E’ la fermata su cui saliranno gli Atari, che accompagno per motivi “personali” da un po’ di tempo a questa parte. Ad attenderli - provo a stimare - quasi un centinaio di ragazzi, infreddoliti ma entusiasti della novità. Un'atmosfera da "notte bianca", che mi permette di valutare a priori positivamente la riuscita dell'esperimento. Il tempo scorre veloce, tra saluti e chiacchierate con amici vecchi e conoscenze nuove e non ci rendiamo conto che l’autobus tarda.
Il quarto d’ora di tolleranza è scaduto già da un pezzo e si avvertono le prime lamentele, nonché l’incredulità di chi ci aveva sperato. Anche a causa del freddo, qualcuno perde la pazienza e si allontana. Molti, i più, restano per portare a compimento l’esperimento. Ma intanto è passata quasi un’ora e dell’autobus non c’è traccia. Si vocifera che la corsa sia stata addirittura soppressa.

Per fortuna la proverbiale “arte di arrangiarsi” tutta napoletana, non ci fa perdere d’animo.
Gli Atari si posizionano sulla panca sotto la pensilina dell’autobus e partono con il live di tre brani realizzati in versione acustica con chitarra ed un toy piano: “If my brain was a program” (scaricabile in free download su http://www.weareatari.net), “Black Ink” e “White dreams”.
La musica è interrotta da applausi, risate, fotografie, birre, voglia di divertirsi.
E da questo punto di vista, non ci possiamo lamentare.
Il fatto che l’autobus non sia mai arrivato, sicuramente ci deve far riflettere.

Non posso fare a meno di pensare al sedicente Funiculì Funiculà di  “No grazie, il caffè mi rende nervoso”. Napule nun adda cagnà.



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