sabato 4 dicembre 2010

Riflessioni a regola d’arte: lo potevo fare anch’io!

Diciamoci la verità, chi di noi di fronte ad un’opera d’arte contemporanea non ha mai reagito facendo un’espressione attonita o basita? Anche chi ha studiato arte, si trova sempre davanti ad un gap storico temporale tra quello che ha approfondito teoricamente e ciò che viene esposto dai musei e dalle gallerie d’avanguardia…

Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un’opera d’arte contemporanea abbiamo pensato: “Questo lo potevo fare anch’io!” Oggi l’arte non presuppone più necessariamente una manualità d’artista, l’aurea dell’armonia o forme e linee perfette, grazie all’evoluzione degli strumenti che la tecnologia ha messo a nostra disposizione.

Secondo Francesco Bonami:
L’arte è come il cibo, nessuno dice ‘non me ne intendo’ quando va al ristorante. È il cibo dell’anima e della mente: dopotutto si mangia anche per piacere, non solo per sopravvivere. Gusterete l’arte come mangiare la pasta, senza pensarci tanto, criticando quella scotta e apprezzando quella al dente. L’arte contemporanea è l’arte più fresca, quella freschissima. Per gustarla bisogna essere pronti a dei sapori nuovi, come quando si viaggia all’estero e si sperimentano piatti sconosciuti, come le unghie di topo al tegame in Laos”.

Dal mio punto di vista, questa citazione esplica chiaramente ciò che oggi fa la differenza.

“Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c’ho pensato.” Roberto Benigni

E’ la creatività la parola d’ordine. Essa non presuppone un gradimento o una comprensione.
Se un qualcosa è geniale lo è a prescindere. :)






Per illuminarvi sull’arte contemporanea, ecco uno spezzone del film Il Mistero di Bellavista di e con Luciano De Crescenzo:

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