Con il suo cumulo di macerie, la Schola offre da oggi, il triste spettacolo dell'incuria e dell'indifferenza delle istituzioni italiane nei confronti del patrimonio culturale, perfino nei suoi pezzi più pregiati e famosi come gli Scavi archeologici di Pompei, Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Ora, tante le lacrime da coccodrillo versate, ma nessun restauro ci potrà restituire l'originale.
Ecco dei contributi giornalistici per inquadrare l'argomento.
La Repubblica
Crolla l'armeria dei Gladiatori
Così si sbriciolano gli scavi
Il cedimento nell'area archeologica di via dell'Abbondanza. Se ne sono accorti i custodi. Transennata l'area: i turisti dirottati su altri percorsi. Da accertare le cause e l'entità dei danni
dall'inviato STELLA CERVASIOIl Fatto Quotidiano
Pompei: crolla la domus dei gladiatori
La Domus Gladiatoria, una delle rovine più importanti degli scavi di Pompei, si è sbriciolata. Il crollo, secondo primi accertamenti, è avvenuto all’alba, poco prima delle 6. Sono stati i custodi appena arrivati al lavoro verso le ore 7.30 ad accorgersene.
Tra le cause del crollo della “Schola Armaturarum Juventutis Pompeianae” (così chiamata perché ospitava gli allenamenti dei gladiatori e conservava le loro armature), si considerano le infiltrazioni d’acqua dovute alle piogge di questi giorni, la posizione della Domus accanto a un terrapieno, o ancora il rifacimento in materiali troppo pesanti del tetto, che fu distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiali.
Quest’ipotesi è stata confermata anche dall’ex sovraintendente Giuseppe Proietti, in pensione solo da qualche settimana. Proprio la pesantezza del tetto, unita alla cedevolezza del terreno avrebbe fatto crollare, spiega l’archeologo, tutte le pareti della Domus, alcune delle quali erano anche decorate, sebbene solo con motivi ornamentali, fregi e armature che richiamavano la funzione dell’edificio.
La Schola, precisa Proietti, non era aperta al pubblico ma non c’erano stati al suo riguardo particolari motivi di allarme. Non era insomma segnalata come una situazione a rischio. L’edificio, che si trova sulla celeberrima via dell’Abbondanza, è però molto vicino anche a settori della città non ancora scavati. Anche questo avrebbe reso più a rischio, con le piogge, il terreno.
Da anni gli esperti lanciano l’allarme sullo stato di conservazione delle rovine. Anche il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, ha detto che la domus era da anni “in attesa di essere ristrutturata”. Il cedimento dell’edificio è un crollo annunciato: “succede quando non c’è la dovuta attenzione e cura” per un patrimonio secolare che andrebbe “preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche atmosferica. C’è il dispiacere tipico di una comunità – ha sottolineato all’agenzia di stampa Adnkronos D’Alessio – di un territorio su cui vi è il museo all’aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato”. “In passato -ha rilevato – sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro”. Il sito archeologico, ha spiegato il primo cittadino, oltre ad avere un’importanza “culturale” dà anche “ricchezza a questo territorio” con il turismo. “Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative – ha concluso – ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l’attenzione che il sito necessita”.
L'Unità
Pompei, scavi in pezzi Crolla la Domus dei Gladiatori
È completamente crollata la Schola Armatorum a Pompei. L'edificio era una sorta di palestra dove i gladiatori si allenavano e nella quale deponevano le armi all'interno di alcuni incassi ricavati nei muri.Secondo quanto si apprende dalla Sovrintendenza, vi erano anche dipinti nella parte sottostante il perimetro della sala. L'edificio, che si apre su via dell'Abbondanza, la strada principale della città sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d. C., era visitabile solamente dall'esterno ed era protetto da un alto cancello in legno.
Il crollo è stato scoperto questa mattina dai custodi che hanno effettuato un giro di perlustrazioni prima di aprire gli Scavi. Il cedimento sarebbe avvenuto tra le 5.30 e le 6 di oggi. Attualmente la zona è transennata e i turisti stanno seguendo un percorso alternativo.
SBRICIOLATA
Saranno tecnici e studiosi a stabilire le cause del crollo della domus Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, negli Scavi di Pompei. Nel frattempo vengono avanzate alcune ipotesi, tra le quali il materiale utilizzato per il restauro e le infiltrazioni d'acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi. La Schola Armaturarum Juventis Pompeiani nel corso della seconda guerra mondiale era stata danneggiata dai bombardamenti che ne avevano fatto crollare il tetto, successivamente rifatto, sulle mura antiche in un materiale che potrebbe essere stato troppo pesante e che avrebbe, quindi, nel tempo potuto provocare un cedimento. Il crollo, però, potrebbe anche essere dovuto a delle infiltrazioni d'acqua in seguito alle piogge dei giorni scorsi, essendo l'edificio crollato accanto ad un terrapieno.
LA SOVRINTENDENZA
Le cause del crollo possono essere attribuite o alle piogge che hanno creato delle infiltrazioni all'interno di un terrapieno esistente al lato della Schola, oppure al peso del tetto della palestra stessa. La casa, infatti, fu bombardata durante la Seconda guerra mondiale e la copertura è stata rifatta tra gli anni '40 e gli anni '50. È probabile - fanno sapere dalla Sovrintendenza - che le mura antiche, dopo anni, non abbiano più retto al peso del tetto.
PD: DISASTRO ANNUNCIATO
«Affidare le eccellenze del nostro patrimonio a una gestione dilettantesca, rozza e irresponsabile produce disastri». Lo afferma Matteo Orfini, della segreteria del Pd responsabile Cultura e Informazione. Le risorse spese dal commissario - prosegue Orfini - sono state prevalentemente dedicate a dubbie opere di dubbia valorizzazione, che hanno spesso umiliato il sito e che hanno soprattutto distratto risorse dalla vera emergenza, che è quella della tutela di un'area delicatissima e unica al mondo. Dopo i crolli alla Domus Aurea, al Colosseo, a Pompei, speriamo di non dover assistere ad altri straordinari successi delle gestioni commissariali. Bondi rinunci a utilizzare strumenti scarsamente trasparenti e torni ad affidarsi a chi ha le competenze per agire sul nostro patrimonio. A Pompei della Protezione civile c'era senz'altro un gran bisogno, ma nel 79 d.c., quando fu seppellita dall'eruzione».
Il crollo della Schola Armaturarum mi ha fatto capire una cosa: è meglio che mi sbrighi a visitare gli scavi di Pompei! Come a volte capita, si viaggia e si conosce di più lontano dalla propria terra (sono di Napoli) che ciò che abbiamo attorno. Per i posti vicini, è facile pensare “Tanto sta lì, ci vado quando voglio”. Evidentemente per Pompei mi sbagliavo.
RispondiEliminaProvando a riderci su, visto che io e i miei colleghi ci divertiamo da un po’ a prendere in giro gli ispettori ministeriali spesso in visita dalle nostre parti, sul nostro Blog abbiamo provato a immaginare cosa avrebbero potuto dire sul crollo a Pompei…
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